Chi è Stefano Boeri? L’Architetto che ha Cambiato il Volto di Milano
Stefano Boeri ha rivoluzionato il panorama architettonico contemporaneo con il suo approccio innovativo che fonde natura e urbanistica.
Oltre alla sua attività di architetto e urban planner, Boeri è anche Professore ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano e, dal 2018, Presidente della Fondazione La Triennale di Milano.
In questo articolo, esploreremo il percorso professionale di Stefano Boeri, i suoi progetti più significativi e il suo contributo alla trasformazione urbana, con particolare attenzione all’impatto che ha avuto sulla città di Milano.
Le origini di Stefano Boeri
Nato a Milano il 25 novembre 1956, Stefano Boeri proviene da una famiglia di grande spessore intellettuale che ha sicuramente influenzato il suo percorso professionale e la sua visione dell’architettura.
Il talento creativo di Stefano Boeri ha radici profonde. È figlio dell’architetta e designer Maria Cristina Mariani Dameno, conosciuta professionalmente come Cini Boeri, figura di spicco nel panorama dell’architettura italiana.
Il padre, Renato Boeri, era un rispettato neurologo. Questo ambiente familiare, immerso nell’arte e nella scienza, ha certamente plasmato la sua sensibilità verso l’architettura e la pianificazione urbana.
Il percorso accademico di Stefano Boeri si sviluppa in due prestigiose istituzioni italiane:
- Inizia con gli studi al Politecnico di Milano, dove si laurea in Architettura nel 1980
- Successivamente, approfondisce la sua formazione all’Università IUAV di Venezia, conseguendo il dottorato di ricerca in Urbanistica nel 1989
Questa formazione si rivelerà fondamentale per il suo approccio all’architettura, combinando competenze progettuali con una profonda comprensione delle dinamiche urbane.
La nascita di un pensiero urbano
Gli anni ’90 rappresentano un periodo cruciale per la formazione del pensiero di Boeri. Durante questo decennio, la sua attività si concentra principalmente nell’ambito dell’analisi e della pianificazione alla grande scala. È in questo periodo che inizia a sviluppare quella visione interdisciplinare che caratterizzerà tutta la sua carriera.
Un momento particolarmente significativo arriva nel 1993, quando fonda Multiplicity, un’agenzia di ricerca che coinvolge artisti, fotografi e analisti per indagare le relazioni tra geopolitica e urbanistica. Questo approccio collaborativo e multidisciplinare diventerà uno dei tratti distintivi della sua metodologia.
Nel 1996, Boeri pubblica, insieme ad Arturo Lanzani e Edoardo Marini, un’opera fondamentale: “Il territorio che cambia. Ambienti, paesaggi e immagini della regione milanese”. Questo volume rappresenta una delle prime riflessioni sulla metropoli lombarda che accetta di analizzare e progettare anche lo sprawl urbano, ovvero quelle aree di espansione suburbana non consolidata che fino ad allora erano state trascurate da gran parte della cultura urbanistica.
Questi primi anni di attività pongono le basi per quello che diventerà il suo contributo più rilevante: una visione dell’architettura e dell’urbanistica che integra natura e costruito, attenta alla sostenibilità e capace di affrontare le sfide delle città contemporanee con soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente.
Dallo studio Boeri al Bosco Verticale
La carriera di Stefano Boeri compie una svolta decisiva sul finire del millennio, quando l’architetto milanese passa dalla teoria alla pratica, dando vita a strutture che cambieranno per sempre il panorama architettonico italiano e mondiale:
- Insieme a Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, lo studio di architettura Boeri Studio, 1999
- Nasce Stefano Boeri Architetti, 2011
- Villa Méditerranée di Marsiglia, inaugurata nel 2013
- Bosco Verticale. Realizzato nel quartiere Isola di Milano e inaugurato nell’autunno 2014
La visione globale di Boeri si riflette nella geografia dello studio, che oltre alla sede principale di Milano, apre uffici a Tirana e Shanghai.
Il progetto che ha definitivamente consacrato Stefano Boeri nel panorama dell’architettura mondiale è indubbiamente il Bosco Verticale.
Si tratta di due torri residenziali di 112 e 80 metri d’altezza, le cui facciate ospitano una straordinaria biodiversità floristica:
- 800 alberi (di cui 480 di medie e grandi dimensioni, 300 dalle dimensioni più ridotte)
- 15.000 piante perenni
- 5.000 arbusti
Un vero e proprio ecosistema verticale che, secondo le parole dello stesso Boeri, equivale a circa 10.000 mq di superficie boschiva distribuita orizzontalmente.
Il concetto alla base è tanto semplice quanto rivoluzionario: una “forestazione metropolitana” che contribuisce a:
- Rigenerare l’ambiente e la biodiversità urbana
- Favorire l’efficienza energetica
- Assorbire CO2 e polveri sottili
- Produrre ossigeno
- Migliorare il microclima locale
Il successo del Bosco Verticale è testimoniato dai numerosi riconoscimenti internazionali ricevuti, tra cui l’International Highrise Award nel 2014 e il premio come miglior grattacielo del mondo conferito nel 2015 dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat e dall’Istituto di Tecnologia di Chicago.
Questo modello innovativo è stato successivamente adattato e replicato in diverse città del mondo, tra cui Nanchino, Utrecht, Parigi ed Eindhoven.
Milano e Stefano Boeri
Milano è diventata negli anni il grande laboratorio urbano di Stefano Boeri, un campo di sperimentazione dove l’architetto ha potuto concretizzare la sua visione di città sostenibile e innovativa.
- Nel contesto dell’Expo 2015, Boeri ha giocato un ruolo determinante come membro della Consulta di Architettura nello sviluppare il concept masterplan dell’esposizione universale.
- Tra i progetti più ambiziosi di rigenerazione urbana per Milano spicca il “Fiume Verde“, un progetto di riforestazione urbana
- Il Bosco Verticale rappresenta indubbiamente l’intervento più iconico a Milano
La visione di Stefano Boeri trascende i confini dell’architettura tradizionale per abbracciare una prospettiva globale sulla sostenibilità urbana, proponendo soluzioni concrete alle sfide ambientali contemporanee.
- Nel 2019 prende vita Forestami, si pone l’obiettivo di piantare 3 milioni di alberi nell’area metropolitana milanese entro il 2030
- Il concetto di “Green Obsession”, che considera gli alberi come “abitanti” urbani al pari degli esseri umani
L’attività professionale di Stefano Boeri si estende ben oltre il campo dell’architettura, abbracciando un ampio impegno culturale e politico:
- Nel 2011, è stato nominato Assessore alla Cultura, Moda e Design
- Dal 2018, Boeri ricopre la carica di Presidente della Fondazione La Triennale di Milano, una delle più prestigiose istituzioni culturali italiane dedicata all’architettura, al design e alle arti visive
L’impronta culturale di Boeri è particolarmente evidente nelle manifestazioni da lui ideate che hanno arricchito il panorama culturale milanese:
- BookCity Milano: festival letterario diffuso che trasforma la città in un grande palcoscenico per il libro e la lettura, coinvolgendo numerosi luoghi urbani, dalle biblioteche ai teatri, dalle librerie ai musei
- PianoCity Milano: evento dedicato al pianoforte che porta la musica in luoghi insoliti della città, dai cortili alle terrazze, dai parchi alle stazioni
- MI/Arch – Festival dell’Architettura di Milano: manifestazione che celebra l’architettura attraverso mostre, conferenze e percorsi urbani, promuovendo il dialogo tra professionisti e cittadini
Questi eventi rappresentano perfettamente la filosofia di Boeri: diffondere la cultura al di fuori dei luoghi istituzionali tradizionali, creare connessioni tra discipline diverse e trasformare temporaneamente gli spazi urbani in luoghi di incontro e scambio culturale.
Attraverso queste iniziative, Boeri ha contribuito a ridefinire il ruolo di Milano come capitale culturale.
Stefano Boeri
Stefano Boeri ha rivoluzionato l’architettura contemporanea integrando natura e urbanistica, dimostrando che le città possono diventare alleate nella lotta al cambiamento climatico attraverso soluzioni concrete e innovative:
- Il Bosco Verticale di Milano con la sua fauna e flora
- Forestami punta a piantare 3 milioni di alberi nell’area metropolitana milanese entro il 2030
- Le Forest Cities rappresentano un nuovo paradigma urbano dove gli alberi diventano “abitanti” strutturali delle città
- I Progetti di rigenerazione come il “Fiume Verde” per gli scali ferroviari
- Il suo impegno culturale include la creazione di eventi come BookCity e PianoCity
L’approccio di Boeri dimostra che l’architettura sostenibile non è utopia ma una necessità realizzabile, capace di migliorare concretamente la qualità della vita urbana e creare modelli replicabili a livello globale.
- Qual è il progetto più famoso di Stefano Boeri? Il progetto più famoso di Stefano Boeri è il Bosco Verticale di Milano, due torri residenziali che ospitano 800 alberi e 20.000 piante, creando un ecosistema verticale che assorbe CO2 e riduce le temperature urbane.
- Dove insegna attualmente Stefano Boeri? Stefano Boeri è Professore Ordinario di Urbanistica presso il Politecnico di Milano. Ha anche insegnato come professore ospite in diverse università internazionali, tra cui Harvard, l’Istituto Strelka di Mosca e l’École Polytechnique Fédérale di Losanna.
- Qual è la visione di Stefano Boeri per le città del futuro? La visione di Boeri per le città si basa sul concetto di “Forest Cities”, dove la vegetazione è integrata strutturalmente nell’architettura urbana per migliorare la sostenibilità e la qualità della vita.
- Che ruolo ha avuto Stefano Boeri nella cultura milanese? Oltre alla sua attività di architetto, Boeri ha avuto un ruolo significativo nella cultura milanese come Assessore alla Cultura dal 2011 al 2013 e come Presidente della Triennale di Milano dal 2018. Ha anche ideato eventi culturali come BookCity e PianoCity.
- Cosa propone il progetto Forestami di Stefano Boeri? Forestami è un progetto ambizioso ideato da Boeri che mira a piantare 3 milioni di alberi nell’area metropolitana di Milano entro il 2030, con l’obiettivo di assorbire 5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno e ridurre le temperature urbane.
