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L'arcieria Lombarda

La Lombardia con i suoi nove milioni di abitanti, una popolazione superiore a quella della Svizzera o dell'Austria, con una economia tra le più sviluppate d'Europa anche nel nostro sport è una grossa realtà.

Con la sua ottantina di Società Sportive, il 20 per cento dell'arcieria italiana, ha scritto buona parte della storia del tiro con l'arco. In Italia alla fine degli anni cinquanta danno vita al tiro con l'arco vari gruppi di appassionati, in Lombardia e in Veneto, all'insaputa gli uni degli altri. In Veneto per aver osservato militari americani delle truppe alleate, di stanza a Treviso, esercitarsi nelle ore libere con arco e frecce che si erano portati da casa. In Lombardia a Bergamo per la passione di Giusi Pesenti che, durante i suoi viaggi, era venuto in contatto con gli arcieri inglesi e a Milano per merito di Massimiliano Malacrida, collezionista di armi antiche che per ever notizie sugli archi aveva instaurato rapporti con arcieri francesi, svizzeri e belgi e fondato nel 1956 la Compagnia ABA. 

Quando a Milano nasce nel 1961 la Federazione Italiana Fitarco ne diventa il primo Presidente. Seguono altri quattro Presidenti Nazionali di provenienza lombarda, Annibale Cavalchini, Francesco Gnecchi, Luigi Pagotto, Ignazio Bellini. 

Pagotto eletto nel 1981 crea i Comitati Regionali Fitarco. I Presidenti di quello lombardo sono, in ordine cronologico, Roberto Bonacini, Edoardo Sfogliarini, Renato Doni e Francesco Mapelli.

I GRANDI TORNEI

Nei primi decenni di vita della Fitarco il centro dell'arcieria italiana è Milano dove ha sede la Federazione e dove nasce quello che diventerà il più importante Torneo d'Europa, l'Ambrosiano. Questo Torneo nasce nel 1959, prima della Fitarco, ed è il motore che darà il via al nostro sport in tutta Italia. Il prezioso Collare d'Oro messo in palio fa scendere a Milano i migliori arcieri d'Europa, i francesi, gli svizzeri, i belgi che al termine delle competizioni si intrattengono con i nostri per insegnare la tecnica di tiro e l'uso dei materiali.

Negli anni settanta gli allievi imparano ed alcuni diventano più bravi dei maestri, Ferrari e Spigarelli stupiscono per i loro punteggi.

Negli anni ottanta partecipare all'Ambrosiano diventa un fiore all'occhiello della propria carriera arcieristica. I nazionali sovietici, svedesi, finlandesi, francesi, tedeschi, belgi, austriaci e svizzeri si danno battaglia per vincere il prezioso Collare, tutti gli altri per tirare a fianco di questi grandi campioni.

Negli anni novanta l'Ambrosiano tocca l'apice, ai migliori tiratori europei si aggiungono i famosi americani. Da tutta Italia si corre per vederli all'opera, per vedere una spettacolare fila di oltre 300 arcieri, con medaglie d'Oro olimpiche e mondiali. Ad ogni edizione vengono immancabilmente battuti record del mondo e italiani. Quando raggiungere i 1300 punti faceva ancora notizia in un'edizione vi furono più 1300 che ai Mondiali. A metà anni novanta l'Ambrosiano si ammala di elefantiasi e in breve tempo scompare. Troppo grande, troppo costoso, troppo difficile da mantenere sulle spalle di una sola Società, l'ABA, dove negli ultimi anni i soci si autotassano per non lasciarlo morire, con gli sponsor difficili da trovare e la Fitarco che non ci sente. Stessa fine fanno le altre cinque "Grandi Sorelle" come venivano chiamate le grandi manifestazioni internazionali italiane, tutte in Lombardia, l'Ambrosiano, la Coppa Italia Compound, Ardesio, Salice Terme e la 24 Ore di Castellanza. La Coppa Italia Compound era la più grande competizione per Compound prima che questo arco venisse riconosciuto e accolto in Fitarco e Fita. Si svolgeva a Lecco, organizzata dagli Arcieri Lariani, ed era frequentata da tutti i migliori compoundisti italiani e molti stranieri. La sua vittoria valeva quanto un Campionato Italiano. Ardesio, organizzato dagli Arcieri del Malpaga nelle valli bergamasche, cresce come l'Ambrosiano sino a diventare il più importante percorso di campagna d'Europa. Celebre per le sue difficoltà, per l'alto numero di partecipanti e per la presenza di forti squadre nazionali culmina nel 1997 con l'edizione valida come Campionato Europeo e poi anche lui per elefantiasi non sopravvive. Resiste sino alla fine degli anni '90 il Torneo Internazionale di Salice Terme, organizzato dagli Arcieri DLF di Voghera e poi anche lui scompare come scompare la 24 Ore organizzata da Arco e Frecce CAM.

Scompaiono i grandi eventi internazionali lombardi ma dal 1996 ritornano Campionati e Finali Nazionali.

Nel 1996 si svolgono a Milano i Campionati Italiani Targa e a Urgnano (Bergamo) i Campionati Italiani Compound.

Nel 2001 a Milano la Finale Nazionale Giochi della Giovenù, nel 2002 a Basiglio (Milano) gli Italiani Targa, nel 2003 a Brescia gli Italiani Indoor.

I GRANDI TIRATORI

I grandi tiratori della Lombardia sono stati tra i più grandi del mondo. In ordine cronologico iniziamo da:

Luigi Fiocchi del Biancamano di Milano, primo 1200 italiano nel 1969 e dodicesimo al mondo, primo italiano che vince una gara internazionale, la Coppa Europa (1966) che sostituiva il Campionato Europeo nato due anni dopo.

Alfredo Masazza del Biancamano di Milano, autodidatta come tutti gli arcieri della sua epoca, ha fatto parlare del nostro sport i telegiornali nazionali quando ai Giochi Olimpici di Monaco (1972) per un certo periodo è stato in testa alla classifica.

Giancarlo Ferrari nato al Biancamano e poi tesserato presso altre Società lombarde. Ferrari e Spigarelli erano considerati negli anni '70 i Bartali e Coppi della nostra arcieria. Quando non vinceva uno era l'altro a farlo. Ha vinto due medaglie olimpiche di bronzo a Montreal ''76 e Mosca '80. Tra i vari record ha detenuto quello Fita con 1318 punti nel 1977. Per far capire il suo valore diciamo che alla Easton, la celebre fabbrica americana di frecce, si veniva accolti nella reception da una grande gigantografia che lo rappresentava in azione di tiro. Sino a metà anni ottanta è stato il tiratore al mondo che ha superato più volte i 1300.

Il bergamasco Guido Bonalumi, uno dei più forti tiratori italiani della seconda metà anni '70, vince con la squadra la prima storica medaglia (argento) della Fitarco ai Mondiali Targa del '77 (Camberra).

La comasca Silvana Vella (arco olimpico) vince nel 1980 l'Argento Mondiale Campagna e la varesina Adriana Stoppa (arco nudo) il Bronzo e poi l'Argento ai Mondiali di due anni dopo.

Alberto Tronconi, del CUS Pavia, ha partecipato al Mondiale Targa di Los Angeles nell'83.

Franco Piantelli, del Biancamano, il più forte in Italia nel 1985 partecipa al Mondiale Targa di Seoul conducendo per un certo periodo in testa alla classifica.

Michele Oneto, bergamasco degli Arcieri della Francesca, grande tiratore con l'arco nudo vince il Mondiale Campagna nel 1988.

Filippo Clini di Voghera è uno dei primi giovani azzurri che tira a livello mondiale. Vince l'Argento ai Mondiali Targa Juniores del 1991 e l'Oro di squadra. E' preparato da Luciano Malovini (Voghera) altro grande tiratore fine anni '80 che per un certo periodo occupa il secondo posto nelle graduatorie nazionali.

Alessandro Rivolta tesserato in due Società lombarde, Chizzoli Archery di Crema e poi Arcieri DLF Voghera, anche se residente in Piemonte sul confine lombardo, è stato il tiratore dei grandi record. La sua notorietà è esplosa improvvisamente un fine settimana del 1990 quando da arciere semisconosciuto realizza una prestazione la cui notizia in poche ore fa il giro del mondo. Nel Doppio Fita di Rivarolo con un 1333 più 1336 straccia tutti i record italiani e se la Fita riconoscesse, come la Fitarco, quello del Doppio Fita sarebbe primato mondiale. Rivolta, con questo punteggio e quelli successivi segna una svolta. Gli altri due o tre azzurri che saltuariamente e solo di poche unità superavano i 1300 si sbloccano e volano ai livelli che Rivolta ha dimostrato che si possono raggiungere. Il primato italiano Fita di Rivolta, 1350 (1993), è stato di due punti inferiore a quello mondiale.

Con Michele Frangilli di Arco e Frecce CAM. di Gallarate arriviamo ai tiratori attualmente in attività. Alla fine degli anni '90 nasce, in Italia e in tutto il mondo, una nuova razza di tiratori imbattibili, quella dei giovani che hanno imparato a tirare a nove anni, in possesso di tecniche moderne che organizzano la propria vita in modo da potersi dedicare all'arco come semiprofessionisti. Frangilli, è uno dei più forti al mondo, come dimostrano le ranking list della Fita, che lo vedono più di una volta occupare il primo posto mondiale. Elencare le sue vittorie sarebbe lungo e incompleto perchè è molto giovane e ha ancora tutta una carriera sportiva da percorrere. Finora ha vinto due medaglie olimpiche di squadra, Bronzo ad Atlanta '96 e Argento a Sidney 2000, un Mondiale individuale nel campagna (2000 e 2002) e due mondiali di squadra nel Targa. Un Mondiale Indoor individuale nel 2001. Ha stabilito con l'arco olimpico nel 2001 i due primati mondiali indoor a 25 mt e 18 mt (598 e 597 punti) Anche lui segna in Italia una svolta. Quella della nascita di arcieri che si differenziano dai precedenti perchè riescono dare il meglio di se stessi ai grandi eventi. Non più solo grandi punteggi nelle gare casalinghe ma risultati nei momenti che contano e cioè ai grandi eventi.

Con Michele Frangilli è cresciuto nelle squadre giovanili il coetaneo mantovano Marco Tognini. Detentore di quasi tutti i primati nazionali, ai vari passaggi nelle squadre giovanili. vince l'oro a squadre con Frangilli al Mondiale Juniores del 1994. Per dedicarsi agli studi abbandona lentamente l'agonismo sino a scomparire del tutto sui campi di gara.

Vittoria Martin di Gallarate coetanea di Frangilli e Tognini percorre con loro le stesse tappe sino a vincere l'Argento Mondiale Juniores a squadre nel 1994. 

La bergamasca Fabiola Palazzini degli Arcieri della Francesca, è invece la più degna rappresentante di tutte le grandi tiratrici della Lombardia. Inizia da giovane ma non in tenera età come quelli che tirano con il compound. Ha tutti i numeri per diventare Campionessa del Mondo (Targa Canadà nel '97). Stakanovista negli allenamenti e costanza per dedicarsi con grande volontà a una divisione molto parca di soddisfazioni morali ed economiche. L'aiuto del marito, ex tiratore ed esperto tecnico è stato determinante nella sua carriera sportiva. Nel 2002 Fabiola abbandona il compound per dedicarsi all'olimpico dove raggiunge, in breve tempo, le prime posizioni nazionali.

Tra gli altri tiratori lombardi che hanno vinto medaglie internazionali sono da citare: Fabio Cinquini (Malpaga), Andrea Tarelli (CAM), Armando Vassalli (Martesana) e nel femminile Anna Campagnoli (ALTA Como), Carmen Ceriotti (Bernardini), Carla Frangilli (CAM), Maura Frigeri (Arc. Francesca), Elena Maffoli (CAM), Chiara Navigante (CAM) e Cristina Turolla (Arc. Adda).

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